II DOMENICA DI AVVENTO
Dal Vangelo secondo Luca (3,1-3)
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Riflessione
C’è un silenzio di pace, quando il deserto dispensa di sera la sua frescura, dandoci l’impressione che siamo ormai giunti al porto tranquillo e le vele sono ammainate. C’è il silenzio del meriggio, quando sotto il sole battente cessano pensieri e movimenti. E c’è il silenzio profondo, quando di notte si trattiene anche il respiro e ci si mette a origliare. Un proverbio tuareg afferma che «chi non conosce il silenzio del deserto non sa cosa sia il silenzio». Il vero silenzio non è mera assenza di suoni, come il deserto non è per nulla assenza di presenze. Anzi, i sensi diventano più vigili e i pensieri più limpidi e, così, si vivono esperienze ben più intense. Noi, immersi nei rumori e nelle cose, galleggiamo sulla superficie della vita e siamo ormai inadatti a scendere in profondità. Siamo incapaci di far pulizia nella mente e nel cuore, così da lasciarvi solo le vere realtà importanti. Non riusciamo a gustare pace e quiete, travolti come siamo dalla frenesia del fare e del muoverci. Ecco, allora, la necessità di un’esperienza di deserto e di silenzio per ritrovare Dio e il nostro io.
Tratto da: Gianfranco Ravasi, Il silenzio del deserto. Mattutino.
Preghiera
O Dio grande nell’amore,
che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo regno,
raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri,
spiana le alture della superbia,
e preparaci a celebrare con fede ardente
la venuta del nostro salvatore,
Gesù Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen