da La Difesa del Popolo
«Il traffico degli esseri umani è uno dei business più redditi del mondo, tra il commercio degli stupefacenti e il traffico delle armi». Don Gianromano Gnesotto, vicedirettore dell’ufficio diocesano Migrantes di Padova, invita, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per le vittime della tratta, a mettere davanti a Dio e alla nostra coscienza «a convertire gli occhi e la mente di fronte alla consapevolezza di un fenomeno che vede persone create uguali a noi che in molti modi vengono schiacciate, schiavizzate, fatte oggetto di abusi e di violenze nella loro vulnerabilità. Di fronte a questa realtà ci mettiamo in preghiera, anche per cambiare la nostra mentalità, la nostra coscienza».
Ancora di più, specie quest’anno: «La pandemia – ci dicono gli ultimi rilevamenti – ha favorito alcuni gruppi criminali spingendoli ad agire in modo ancora più massiccio per alcune dinamiche di sfruttamento». Ma c’è il rischio anche di derubricare queste sofferenze in un mare di emergenza: «C’è una tentazione che ricorre costantemente, anche nel nostro Nord Est, sintetizzata da slogan quali “Prima noi poi gli altri”. In un clima in cui ognuno si chiude in sé stesso si possono produrre ancora più differenze, c’è meno interesse verso queste categorie svantaggiate, interesse che però può risultare benefico».
Le organizzazioni criminali non si fermano davanti a niente: «Ci sono uomini e donne, sempre più spesso bambine e bambini, ridotti in condizioni di schiavitù per lo sfruttamento lavorativo, quello sessuale, nella servitù domestica. Ripeto: da una parte è necessario un intervento ancora più forte e più deciso da parte delle nostre istituzioni, ma serve, prima di tutto, sensibilizzare la nostra gente, perché non venga resa complice di questa catena di schiavitù».
Gli italiani che rischiano di diventare complici dello sfruttamento non sono solo i “clienti” del mercato della prostituzione, ma anche chi opera in settori legali: «Ci sono fenomeni di sfruttamento nell’agricoltura, nel manifatturiero, nell’assistenza domiciliare, nell’edilizia… Anche qui si inseriscono le reti criminali che fanno entrare nel territorio italiano, in modo irregolare, persone da avviare allo sfruttamento e verso le quali esercitano dei veri e propri “diritti di proprietà”». Può capitare che la vittima non sappia nemmeno di essere tale: «Il reato avviene nel momento in cui la persona non viene riconosciuta nei suoi diritti e viene annientata la sua personalità».
I cristiani devono dare il proprio contributo a questa battaglia: «È proprio la sensibilità cristiana, a partire dal fatto che siamo stati tutti creati da un unico Dio a sua immagine e somiglianza, che ha spinto a riconoscere la libertà e la dignità delle persone anche a livello legislativo. La comunità cristiana deve reagire».