Carissimi amici,
stiamo avvicinandoci al Natale con la gioia che questo evento comporta e con lo stupore che suscita il mistero dell’incarnazione. Verbum caro factum est! Dio si fa carne perché è profondamente innamorato delle sue creature, perché vuole vivere dal di dentro la nostra esperienza, vuole condividere fino in fondo il destino dell’umanità, vuole farsene carico. È davvero un mistero grande e sconvolgente quello dell’incarnazione perché sovverte qualsiasi tentativo di relegare Dio in una sfera altra rispetto alla nostra vita, alla storia, alle scelte politiche, alla posizione da assumere nei confronti di chi è escluso ed emarginato. In tutto ciò che è umano Dio vuole esserci, si rende presente, ci scommette facendosi uomo. Anche i luoghi e gli eventi più contradditori e disumani possono trovare la loro strada per un riscatto. Anzi proprio le situazioni che sembrano contraddire la dignità dell’umano sono quelle che Dio preferibilmente abita per promuoverle dal di dentro e solidarizzare con chi le vive.
Le litanie dell’incarnazione. Il Verbo si incarna nei rifugiati compressi nel non spazio del confine tra stati. È Natale! Il Verbo si incarna nelle persone vittime di tratta destinate ai tanti mercati del sesso, dello sfruttamento lavorativo, degli organi umani. È Natale! Il Verbo si incarna nelle popolazioni che subiscono guerre imposte da seti di potere e avidità di possesso. È Natale! Il Verbo si incarna nei popoli ai quali è sottratta la terra e che sono impoveriti da interessi di pochi. È Natale! Il Verbo si incarna tra le persone che per i motivi più diversi sono rimaste senza dimora-legami-salute e che sopravvivono come invisibili nelle strade delle nostre città. È Natale! Il Verbo si incarna in coloro che subiscono violenze fisiche e psicologiche per motivi di appartenenza religiosa o politica o di genere. È Natale! Il Verbo si incarna tra i Rom o i Sinti che vivono in campi e ripari fatiscenti senza garanzie e sicurezza. È Natale! Il Verbo si incarna nei carcerati e reclusi negli istituti di pena o in attesa di giudizio. È Natale! Il Verbo si incarna nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità in modo particolare dove l’umano è minato e compromesso. È Natale! Il Verbo si incarna negli anziani che vivono solitudini relazionali, esistenziali o spirituali, in chi ha perso la sua dignità assieme al lavoro, in chi vive il dramma della separazione, nei migranti che non essendo pienamente riconosciuti nella loro identità rimangono ai margini della comunità, nei ragazzi che a causa di difficoltà economiche ed educative delle loro famiglie si vedono precluse le possibilità di un futuro di speranza. È Natale! Il Verbo si incarna in chi… È Natale!
Le conseguenze dell’incarnazione sono davvero inaudite! Ognuno e ogni popolo può farsi collaboratore del disegno di Dio, della sua azione di promozione delle persone, delle situazioni e della storia amandole e facendosene carico. Che questo sia il nostro, il vostro Natale! Un Natale in cui riconoscere il Verbo incarnato in ogni situazione che chiede attenzione e riscatto, un Natale in cui operare perché ognuno abbia opportunità di vita piena. Ognuno per la sua parte, nel quotidiano, nelle comuni situazioni di vita. Che nessuno sia escluso, che tutti si sentano parte in un “noi” e che questo “noi” sia sempre più grande!
Buon Natale, buon mistero dell’incarnazione!