I passaggi e gli aspetti tecnici riguardanti l’utilizzo dei locali e i rapporti con le cooperative maturati nel corso degli anni sono riassunti di seguito:
- le parrocchie mettono a disposizione e segnalano ad una cooperativa conosciuta o a Caritas diocesana spazi per accogliere i richiedenti protezione,
- Caritas diocesana attraverso i consorzi di cooperative del territorio individua una cooperativa sociale con competenze specifiche per la gestione dei richiedenti protezione,
- la cooperativa individuata stipula un contratto per l’uso dei locali con la parrocchia (dopo l’autorizzazione dell’ordinario diocesano e con l’assistenza dell’ufficio amministrativo della curia),
- la cooperativa si assume tutte le responsabilità della gestione dei richiedenti protezione (aspetti assicurativi, tecnico-amministrativi, vitto, alloggio e servizi alla persona: corsi di lingua, formazione, lavori di pubblica utilità, assistenza sanitaria, ecc.),
- la cooperativa si impegna ad adeguare i locali per il loro utilizzo e alla scadenza del contratto a restituire i locali nelle condizioni in cui li ha ricevuti assumendosi eventuali spese di manutenzione/ritinteggiatura,
- la cooperativa si impegna a informare il sindaco locale dell’avvio dell’esperienza di accoglienza,
- la parrocchia anche attraverso la Caritas parrocchiale si attiva per creare la rete di prossimità e per offrire spazi informali di integrazione e di inserimento nella vita della parrocchia anche attraverso la proposta di semplici servizi.
- Il parroco e/o suo delegato richiede al responsabile della cooperativa incontri periodici per poter monitorare l’andamento dell’accoglienza e per far emergere elementi positivi da sviluppare ed eventuali criticità.