La prima tappa è stata la Moldavia, dove la Delegazione ha incontrato il vescovo di Chisinau Mons. Anton Coșa e Edward Lucaci, il direttore di Caritas Moldavia.
Dall’inizio della crisi in Moldavia sono passati 350.000 ucraini, molti avendo la possibilità si sono poi spostati in altri Paesi. In questa seconda fase invece stanno arrivando persone con meno risorse, che spesso non hanno nulla. Caritas Moldavia, si è subito attivata per rispondere alla crisi ucraina e all’arrivo dei profughi. Sta lavorando con le autorità locali e le parrocchie per riuscire ad aiutare il maggior numero di persone che attraversano il confine. Dando sempre attenzione ai più vulnerabili, in particolare donne e bambini, la Caritas cerca di assicurare lo spostamento in sicurezza dal confine, mette a disposizione spazi sicuri e protetti per l’alloggio, garantisce l’accesso ai beni essenziali (cibo, acqua, viveri) mentre si trovano in rifugi collettivi, garantisce l’accesso ai servizi di supporto psicosociale.
In coordinamento con la rete ecclesiale locale ha attivato 14 centri di accoglienza che stanno ospitando diverse centinaia di persone. Inoltre la Caritas fornisce servizi e supporto anche a quanti sono accolti nei centri governativi di Chisinau, Ocnita, al confine nord e Palanca, al confine sud.
Caritas Italiana ha risposto all’appello di Caritas Moldavia mettendo a disposizione 100 mila euro a sostegno degli interventi in atto.
I componenti della delegazione Caritas hanno visitato anche la Romania, ora sono in Polonia e da Przemysil si sono spostati nelle località di frontiera di Korczowa e Medyka.
Incontrando e ascoltando le storie di tanti profughi stanno toccando con mano le conseguenze dell’inaccettabile “aggressione armata” di cui Papa Francesco è tornato a chiedere ieri all’Angelus la fine immediata. “Si ascolti il grido di chi soffre” ha detto il Pontefice e si ponga fine alla “guerra straziante che sta devastando l’Ucraina”.