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Da Avvenire, di Giacomo Gambassi
Nelle parrocchie italiane coloro che le frequentano sono «chiamati a rispondere per primi a “un atto di amore” per noi stessi e per le comunità»: a partire da chi è impegnato nell’azione pastorale. E l’“atto di amore” di cui parla la presidenza Cei nella Lettera inviata ai vescovi della Penisola è la vaccinazione anti-Covid. Il “vertice” dell’episcopato italiano riprende l’appello di papa Francesco che ha esortato alla profilassi definendola appunto un “atto di amore”. La Cei non può imporre l’obbligo vaccinale all’ombra del campanile perché il tema «è affidato alle competenti autorità dello Stato», si legge nella missiva intitolata “Curare le relazioni al tempo della ripresa”. Ma chiede di «incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione». E indica alcuni dei “volti” che nelle parrocchie dovrebbero immunizzarsi: i «ministri straordinari della Comunione eucaristica»; «quanti sono coinvolti in attività caritative»; i «catechisti»; gli «educatori»; i «volontari nelle attività ricreative»; i «coristi» e i «cantori».