Giornata mondiale del rifugiato. L’Europa investa in società accoglienti

«I leader europei garantiscano l’accesso al diritto d’asilo e percorsi sicuri per le persone che necessitano di protezione». Lo chiede Maria Nyman, Segretaria Generale di Caritas Europa, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato che le Nazioni Unite propongono ogni 20 di giugno. «Sono già state perse abbastanza vite», scrive Nyman. «Un sistema di asilo e accoglienza rafforzato deve fornire protezione e sostegno adeguati. Investire in società accoglienti è fondamentale per costruire la speranza lontano da casa» e permettere ai rifugiati di tornare a vivere nella terra che li accoglie.

Hope away from home (La speranza lontano da casa) – Un mondo dove tutti i rifugiati siano inclusi, è il titolo, per quest’anno, della Giornata del Rifugiato. Caritas Europa, a nome delle Caritas del continente, chiede con forza un’Europa che garantisca l’accesso alla protezione sul proprio territorio attraverso un migliore sistema di asilo, capace di mettere al centro i diritti delle persone. «Il primo passo è la garanzia di percorsi sicuri e regolari di protezione, di condizioni di accoglienza dignitose e di integrazione nella società che accoglie».

In tutto il mondo nel 2022 si contano 110 milioni di persone in cerca di protezione, rifugiate o sfollate. Le cause? Guerreviolenze e conflittidisastri naturali. «Questa cifra sconcertante comprende i milioni di persone che sono fuggite dalla guerra in Ucraina o che hanno lasciato il Venezuela a causa di una combinazione di crisi politiche, socio-economiche e umanitarie o ancora che hanno abbandonato la Repubblica Democratica del Congo o sono rimasti nel Paese come sfollati interni per gli attacchi dei gruppi armati».

Il primo passo è la garanzia di percorsi sicuri e regolari di protezione, di condizioni di accoglienza dignitose e di integrazione nella società che accoglie

Partire lasciandosi tutto alle spalle non è una libera scelta, ma spesso l’unica opzione di futuro. «Ma per raggiungere un luogo sicuro spesso è necessario intraprendere un viaggio pericoloso. Il tragico naufragio di un peschereccio che si è rovesciato ed è affondato al largo della Grecia, il 14 giugno, ne è solo l’ultimo esempio. Se fossero stati disponibili percorsi sicuri e regolari di protezione, si sarebbe potuta salvare la vita» delle centinaia di persone che sono annegate o che risultano disperse. «Nel 2023 sono già morte più di mille persone nel mar Mediterraneo».

Nel 2023 sono già morte più di mille persone nel mar Mediterraneo

Caritas Europa evidenzia l’urgenza di un cambio di rotta. «Non c’è tempo da perdere per garantire percorsi sicuri e regolari, come il reinsediamento e i visti umanitari, alle persone in cerca di protezione e per eliminare i respingimenti diffusi e le violenze che subiscono regolarmente durante i loro viaggi». E chiede «ai governi europei di preservare l’accesso al territorio e il diritto d’asilo», in un momento in cui l’Europa sembra scegliere altre strade. La riforma del sistema di asilo dell’UE cui si lavora, «cerca di impedire l’accesso, vuole trattenere le persone bisognose di protezione nei Paesi di confine, mentre le loro richieste di protezione vengono esaminate e imporre rimpatri rapidi. Temiamo che ciò porti a una detenzione diffusa e a campi sovraffollati alle frontiere esterne dell’UE, come abbiamo visto in passato con le condizioni di accoglienza indecorose sulle isole greche, come Moria».

Non c’è tempo da perdere per garantire percorsi sicuri e regolari, come il reinsediamento e i visti umanitari, alle persone in cerca di protezione e per eliminare i respingimenti diffusi e le violenze che subiscono regolarmente durante i loro viaggi

I governi europei devono dunque prendere sul serio le responsabilità previste dal diritto internazionale sui rifugiati, garantendo procedure di asilo efficienti e condizioni di accoglienza dignitose. «Ci aspettiamo inoltre che si impegnino a garantire un numero sufficientemente elevato di posti per il reinsediamento – uno strumento cruciale per salvare la vita dei rifugiati in un Paese dove riceveranno una protezione a lungo termine – e che attuino i loro impegni in modo adeguato».

Se l’orizzonte è permettere a tutti i cittadini (attuali e futuri) di partecipare pienamente alla vita del Paese ospitante, l’accoglienza in sicurezza è la premessa necessaria. Esistono precedenti importanti: «L’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea per i rifugiati provenienti dall’Ucraina è un esempio di forte volontà politica di accogliere le persone nell’UE. Ora è il momento di costruire sulla base di questa solidarietà e di replicare le buone pratiche per garantire non solo un’accoglienza dignitosa, ma anche una protezione adeguata e l’accesso ai diritti e ai servizi di base per tutte le persone bisognose di protezione, indipendentemente dal loro Paese d’origine».