Buona Pasqua di Risurrezione

In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv. 12,24)

 

Carissimi amici,

forse più di qualcuno di voi ha provato, come noi, disappunto, scandalo e anche dolore di fronte alle immagini delle persone arrestate in Russia, con i volti tumefatti per le torture subite dalla polizia perché ritenuti gli autori della strage della Crocus City Hall di Mosca. Anche di fronte alla violenza perpetrata contro i colpevoli di gesti efferati la reazione più umana è compassione e solidarietà per la dignità calpestata. Nella Genesi si dice che Dio pone un segno su Caino, l’artefice del primo omicidio, in modo che non venga colpito dalla vendetta. Anche Gesù sulla salita del Calvario prova sentimenti di compassione vedendo i corpi emaciati e sanguinanti dei due malfattori condotti assieme a lui al supplizio della croce. Quando è calpestata la dignità umana, quando il corpo è violato, Dio stesso è offeso.

Considerando la violenza e le torture che subiscono ingiustamente gli innocenti, l’orrore e il senso di ribellione aumenta. La pratica della tortura è adottata nelle situazioni di guerra, nelle persecuzioni di minoranze culturali, etniche, linguistiche o religiose, nei paesi dove vige un regime dittatoriale, nei contesti di criminalità, specie quella organizzata. Le forme di violenza fisica sono poi riscontrate tra le mura domestiche dove le vittime principali sono le donne e in contesti in cui le violenze sono poi esibite con immagini e filmati raccapriccianti attraverso Internet. Assistiamo ogni giorno a una via crucis infinita di poveri cristi offesi nel corpo, ridicolizzati, umiliati, dove la violenza fisica o la tortura contengono forme di violenza verbale, psicologica, sessuale.

La Pasqua che celebriamo prende avvio da questo degrado, dice che Dio entra in questa violenza infinita per porre un segno di discontinuità. Nella persona di Gesù che, come un qualsiasi povero cristo, affronta la tortura e la violenza, Dio traccia una possibilità generatrice di bene, di risurrezione. I poveri cristi, di cui in questi giorni sono piene le pagine dei giornali, in qualche modo sono associati a questo destino di risurrezione. Questo non ci esime dall’impegno convinto affinché sia il rispetto della dignità umana a prevalere sulla prevaricazione e la violenza. Dall’altra parte sappiamo che il nonsenso della violenza gratuita è già vinto dalla gratuità dell’Amore.

Questi pensieri sono anche il nostro augurio di Pasqua.

Buona Pasqua di Risurrezione

Lorenzo Rampon e l’equipe della Caritas diocesana